Sospeso tra colline e pianura, tra paesaggi del vino e luoghi d’arte, diviso tra sotto, con gli infernot, e sopra, con palazzi, chiese e cappelle, Fubine, nel Basso Monferrato, non nasconde nessuno dei suoi mille volti a chi varca la soglia immaginaria delle sue antiche mura a spalto.

Cosa vedere a Fubine Monferrato tra arte e storia

Vista da lontano, Fubine ha un profilo ben definito dalla sagoma del suo campanile gotico che incute un certo timore reverenziale, ma l’abitato si fa più accogliente, man mano che ci si avvicina e se ne scoprono le tante bellezze, offerte in molte declinazioni: dall’arte sacra, all’architettura nobiliare, fino all’arte funeraria, per arrivare alle opere contemporanee, i cui colori si fondono con quelli della natura.

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Le chiese di Fubine

Non si può certo dire che chi voglia pregare, a Fubine, non trovi bellissime chiese per farlo! La Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta vanta un campanile in stile neogotico, alto ben 56 metri, che è ormai considerato il simbolo del paese. Le tre chiese edificate in tempo di peste, quella di Sant’Ignazio, quella della Trinità e quella dell’Immacolata (attualmente sconsacrata e conosciuta col nome di Chiesa dei Batù) meritano una visita, durante una passeggiata tra le vie del paese.

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Il Castello e la Cappella dei Bricherasio

Giunti in zona dei Cappuccini, si entra nella dimensione dei Bricherasio, la famiglia del Conte Emanuele, nobile co-fondatore della Fiat e dell’Aci, il cui padre commissionò la costruzione della celebre Cappella. È questo il luogo in cui ammirare il monumento funerario di Emanuele Cacherano di Bricherasio, realizzato da Leonardo Bistolfi, che raffigura il Conte nella quiete della morte vegliato da un angelo velato. La Cappella è meta di pellegrinaggio anche per molti appassionati di cavalli, spinti dal desiderio di portare un saluto a Federico Caprilli, “magister equitum”, la cui salma giace accanto a quella del Conte.

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Al di sopra dell’arco di entrata della Cappella, è ben evidente lo stemma della famiglia nobiliare dei Cacherano di Bricherasio, proprietari, a partire dal XIX secolo, del Castello di Fubine, anche conosciuto come Palazzo Bricherasio. Fiore all’occhiello del Castello è il giardino pensile, realizzato prima del 1800 e che, ancora oggi, ospita bellissime palme e una Sofora.

La Panchina Gigante di Fubine

Nemmeno Fubine è rimasta esente dall’invasione dell’arte contemporanea ispirata al progetto delle Big Bench, partito da Clavesana per opera di Chris Bangle.

Chiamata Meraviglia, la grande panchina di Fubine è stata collocata, nel maggio del 2021, sulla strada che porta verso Cuccaro, vicino all’Azienda Enosis.

Fubine paese del vino: tour dei vini e degli infernot

Tutto intorno all’abitato di Fubine, le vigne colonizzano ogni centimetro di terreno, lasciando presagire che i loro frutti invaderanno presto anche tutti gli altri spazi: in superficie e al di sotto della stessa.

Fubine è un paese in cui l’arte del fare vino non ha solo determinato il profilo economico e produttivo delle attività locali, ma è stata in grado di modellare un territorio in cui il vino non si vuole solo produrre ma anche custodire al meglio. Così, a Fubine, chi ama il vino non va semplicemente a degustare i vini tipici in cantina, ma visita gli infernot, dove essi da sempre vengono conservati con maestria.

I vini e le cantine

Barbera d’Asti DOCG, Barbera del Monferrato DOC e Barbera del Monferrato Superiore DOCG, sono i vini da non perdere se si visita Fubine. Anche i vini a base di Bonarda, Freisa, Dolcetto e Grignolino, molto legati alla tradizione, sono incontri sempre stupefacenti da queste parti.

Gli infernot: quando il vino invade il sottosuolo

L’infernot è una sorta di appendice alla cantina, atta a conservare il vino, molto tipica delle abitazioni del Monferrato.

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@foto di Ecomuseo della Pietra da Cantoni

Si tratta di cavità ricavate nel tufo che a Fubine sono particolarmente numerose e presenti in due tipologie: quelle scavate a mano dai contadini tra l’800 e il 900, che si configurano come corridoi che sfociano in una stanza, e quelle più antiche che, nel centro storico, dovendo fungere, anticamente, da via di fuga, sono costituite da larghi corridoi.

Indipendentemente dal motivo per cui sono nati, gli infernot rappresentano un esempio unico di luoghi rustici e accoglienti, spesso valorizzati con percorsi luminosi e opere d’arte, dove degustare un buon calice di vino locale e sentirsi al sicuro: perché quale posto è più confortevole di quello costruito per custodire il prezioso frutto del proprio lavoro?

Di Francesca Rolle

Vendo vini, assaggio vini e racconto vini….a volte anche ai miei figli come fiaba della Buonanotte!
Sono sommelier AIS da qualche anno ma amo il vino fin dal primo assaggio e non solo per il suo sapore ma per il gusto della scoperta che accende in me.
La cosa che mi appassiona di più è scoprire la storia, fatta di luoghi e di uomini, che ogni vino racconta. | Visita sito