Il Monferrato non rinuncia a valorizzare nemmeno uno dei tasselli dell’enorme patrimonio di cultura e gusto che permette alla sua storia di fare grande il suo presente.
La nuova sfida monferrina è il Monferace, un vino che, grazie al progetto di un gruppo di viticoltori monferrini, nobilita l’anima di un vitigno antico e autoctono, per troppo tempo sottovalutato: il Grignolino.
Monferace: un progetto per recuperare il Grignolino più antico
Il progetto Monferace nasce nel 2016 dall’idea di un gruppo di produttori di Grignolino che, in questo vitigno, ha visto grandi potenzialità. Ecco le premesse, gli obiettivi e lo stato dell’arte di un progetto che si è già trasformato in uno splendido vino.
Uve Grignolino: grandi protagoniste al centro di un progetto
Chi ha sognato e realizzato il vino Monferace doveva essere stufo di sentire associare i vini ottenuti dal vitigno Grignolino a semplicità e tannino.
In effetti, il nome stesso, delle uve e del vino, è quasi onomatopeico e richiama il ghigno, o per meglio dire, il digrigno, che nasce spontaneo quando si sorseggia un vino fortemente tannico.
Ecco perché i promotori del Progetto hanno voluto distinguere il Monferace da tutti gli altri vini Grignolino, in modo netto, cambiandone il nome.
Pare che Veronesi abbia definito il Grignolino come “Il più rosso dei vini bianchi ed il più bianco dei vini rossi”, forse già sottolineando la non piena espressione della sua vera identità.
Il Grignolino, come lo conosciamo, infatti, è un vino dal colore scarico, dal naso ricco di profumi floreali e, in bocca, dotato di spiccate freschezza e tannicità.
Un prodotto, insomma, non particolarmente strutturato che va consumato giovane.
Ma il Grignolino non è sempre stato così, almeno non lo era prima che, con gli anni Settanta, iniziasse il tempo dei vini da pronta beva che conoscono solo il passaggio in acciaio.
Chi ha voluto il Monferace sa che il Grignolino non trasmette al vino solo durezze. I tannini, con gli anni, ingentiliscono ma non scompaiono, il colore rosso rubino sfuma verso il granato e il profumo conserva i sentori distintivi di frutti rossi e gerani, arricchendosi di note terziarie. Questi, insieme alla forte struttura, sono i tratti distintivi del Monferace.
Un’anima libera e ribelle, insomma, quella del Grignolino, che va “addomesticata” solo col tempo e l’attesa, concedendole la possibilità di esprimersi e maturare liberamente.
Progetto Monferace: la storia, il territorio e i promotori
Il progetto Monferace non è semplicemente l’idea di un vino. Si tratta della valorizzazione di un territorio di cui il vino Monferace ambisce a diventare simbolo.
Il Monferrato Aleramico è un territorio che comprende 24 comuni, definito dai fiumi Po e Tanaro e dalle città di Casale Monferrato, Asti e Alessandria: una zona ricca di Castelli, di eventi e di percorsi naturalistici tutti da scoprire e che, adesso, può vantare anche un vino elegante e longevo a base Grignolino.
In questo territorio, molti terreni sono calcarei, ricchi di limo e argillosi: una combinazione che, se ben sfruttata, può dare origine a vini strutturati e longevi, come appunto il Monferace.
I soci fondatori del Progetto Monferace sono dodici, ma le aziende che credono e rendono possibile la realizzazione e l’affermazione di questo sogno sono molte di più.
Caratteristiche, produttori e prezzi del super Grignolino che sfida i Super Tuscan
Un po’ come è successo per i Supertuscan, vini toscani che volutamente non rispettano la tradizione regionale, con l’obiettivo ultimo di valorizzare il vitigno autoctono (il Sangiovese), il Monferace propone un “nuovo antico” modo di vinificare il Grignolino, che ne accentua le vere qualità. Tutt’altro che un abbandono delle tradizioni, piuttosto una volontà di ottenere il meglio da esse con metodi riscoperti e migliorati.
Degustare il Monferace e scoprire la vera essenza del Grignolino
Nobile, elegante, strutturato, ambizioso, molto più di quanto lo siano gli altri vini Grignolino rientranti nelle DOC del Monferrato e del Piemonte in generale.
Tutte queste caratteristiche rendono il Monferace paragonabile ad un ragazzo di umile famiglia che, grazie all’applicazione e a qualche mentore che ha creduto in lui, è riuscito ad elevarsi socialmente ma senza rinnegare le proprie origini, anzi, facendone un ingrediente del proprio successo.
Un altro modo, questo, per vedere nel Monferace, non una ribellione ma una riscoperta delle tradizioni che lo afferma a tutti gli effetti come un Grignolino nuovo e antico al tempo stesso.
Come deve essere prodotto il Monferace? Il disciplinare
Il Monferace è un vino che va atteso e desiderato per tutto il tempo che gli occorre per esprimere al meglio le sue potenzialità.
L’Associazione Monferace ha definito un vero e proprio disciplinare per la produzione di questo vino.
Il documento prevede che:
- Il Monferace venga prodotto con l’uso esclusivo di uve Grignolino;
- Le uve Grignolino provengano da vitigni coltivati su terreni a giacitura collinare di tipo calcareo-limo-argilloso;
- Il numero di ceppi per ettaro non sia inferiore a 4.000;
- La resa massima per ettaro consentita è di 7 tonnellate per ettaro;
- Sia obbligatorio un periodo di affinamento di 40 mesi, a partire dal 1° novembre dell’anno di vendemmia, di cui almeno 24 mesi in botte di legno;
- Il vino Monferace non sarà prodotto nelle annate non ritenute eccellenti.
Dove trovare il Monferace
La prima vendemmia di Grignolino che ha dato vita, dopo quasi quattro anni, al Monferace, è quella del 2015.
Ecco alcune delle principali aziende che hanno già svelato il loro Monferace, dando, finalmente, la possibilità a tutti di comprendere l’essenza di questo grande vino:
- Tenuta Tenaglia: rende disponibile un Monferace dotato di un grandissimo equilibrio.
- Tenuta Santa Caterina: qui si può trovare un Monferace frutto di un affinamento più lungo di quello minimo previsto dal disciplinare: 30 mesi in botte e 30 mesi in bottiglia. Il risultato di tutta questa attesa si esprime in un vino strepitoso premiato con i Tre Bicchieri 2021.
- Vicara: il Monferace Uccelletta è ottenuto da uve raccolte nelle vigne migliori di questa azienda, che sottopone poi il vino ad un affinamento in piccole botti, per i primi 24 mesi, e in bottiglia, per i successivi 24. Un vino in cui i sentori terziari si sposano perfettamente a quelli tipici del Grignolino più giovane, ancora vivi.
- Accornero: un Monferace elegante dal timbro scuro e terroso al naso. Una freschezza volutamente non domata e un tannicità che resiste al tempo e diventa piacevole.
- Angelini Paolo: i profumi terziari sono i grandi protagonisti di questo vino. Le note speziate e i ricordi di caffè lasciano trapelare, però, ancora qualche sentore di frutta rossa. In bocca è tannico e fresco riuscendo comunque ad essere vellutato.
- Sulin: un Monferace che ha nell’equilibrio la sua grande dote. Le durezze vengono egregiamente bilanciate da un’anima morbida e rotonda che dona un’eleganza impagabile a questo vino.
Il prezzo del Monferace
Un vino ottenuto dalle vigne meglio esposte, collocate sui terreni migliori e sottoposto a un lungo processo di affinamento non si trova certo sullo scaffale di ogni supermercato.
Attualmente sono poche le aziende che sono riuscite già ad imbottigliare questo vino ma anche in futuro, viste le caratteristiche molto precise che questa eccellenza deve presentare, la quantità non sarà mai troppo elevata e il Monferace rimarrà un vino di nicchia.
Per tutti questi motivi, il Monferace è un vino che si può trovare, on line o nelle enoteche specializzate, ad un prezzo che va dai 30 ai 40 Euro a bottiglia.