È proprio vero che, a volte, i grandi vini ci mettono un po’ prima di essere riconosciuti. È il caso del Calosso DOC, un vino con una storia legata ad un vitigno antichissimo ma diventato DOC solo nel 2011.
Calosso vino DOC: il territorio, il vitigno, l’identikit
Il territorio di produzione del Calosso DOC è piccolissimo: solo 3 comuni per la produzione complessiva di appena 30.000 bottiglie all’anno. Un vitigno raro alla sua origine ed una festa tradizionale per la sua celebrazione: tutto questo fa del Calosso un vino davvero unico!
I comuni del Calosso DOC
La maggior parte della produzione di Calosso DOC avviene nell’omonimo comune, anche se il disciplinare consente che le uve vengano coltivate anche nei vicini Costigliole d’Asti e Castagnole delle Lanze.
Gamba di Pernice: il vitigno raro per produrre il Calosso DOC
Per questo vitigno sembrano quasi essere più i nomi che gli ettari coltivati! Gamba di Pernice, Gamba Rossa, Neretto degli Alteni e Imperatrice dalla Gamba Rossa sono tutti i nomi con cui questo raro vitigno è conosciuto.
Il nome principale è, comunque dovuto alle caratteristiche dell’acino, che tende al rosso a maturazione completa e che presenta una forma quasi ad uncino.
Il Gamba di Pernice è stato per molti anni un vitigno dimenticato che ha rischiato l’estinzione ma, grazie alla caparbietà di alcuni viticultori appassionati, la tradizione a coltivare questo vitigno ha ripreso vigore e oggi, anche grazie al riconoscimento della DOC per il Calosso, vive una seconda giovinezza.
Descrizione e degustazione del Calosso
Come vedremo più avanti, non esiste un solo tipo di Calosso DOC, ma ben sei volti dello stesso vino. In generale, però, si può affermare che il vino Calosso si presenta con un colore che va dal violaceo al rubino, fino al granato per le versioni riserva.
I profumi dipendono, allo stesso modo, dall’età e dal tipo di affinamento a cui il vino è stato sottoposto ma, sempre, i frutti rossi, come la fragola e i frutti di bosco, che sono tipici del vino giovane, lasciano presto il posto ai profumi terziari come quelli speziati, associabili al celebre rotundone, tipico della Gamba di Pernice.
Calosso DOC: un vino raro, tante declinazioni
Verrebbe da pensare che un vino prodotto in sole 30.000 bottiglie e da soli sei produttori possa essere di un solo tipo.
Niente di più errato! Il Calosso DOC, infatti presenta 6 tipi di varianti che si distinguono tra loro per diverse pratiche in vigna, in cantina e per menzioni particolari che possono riportare in etichetta.
Disciplinare del Calosso DOC
Per un vino così particolare e da proteggere, non può che esserci un disciplinare puntuale ed esigente. Tanto per cominciare, nessun Calosso DOC può essere messo in commercio prima che siano passati almeno 20 mesi dalla vendemmia.
Per quanto riguarda le uve poi, almeno il 90% deve essere a base di Gamba di Pernice, mentre il restante 10% può essere integrato da altre uve a bacca nera, non aromatiche, del Piemonte. Ulteriori restrizioni sono poste per ogni tipologia di Calosso DOC.
Le tipologie di Calosso DOC
Ecco quali sono i tipi di vino che possono riportare in etichetta le Denominazione di Origine Controllata:
- Calosso DOC: il vino più classico di questa denominazione si presenta, in bocca, secco e armonico, con una media acidità e un grado alcolico che si aggira intorno agli 11,5 – 12. Ottimo con le quaglie ripiene!
- Calosso DOC Riserva: si tratta di un vino che va affinato almeno 30 mesi, prima di essere messo in commercio. Questo gli dona una particolare morbidezza ed un aumentato equilibrio. Il giusto abbinamento è con la cacciagione.
- Calosso DOC con menzione vigna: un vino secco, armonico che viene ulteriormente contrassegnato col nome della vigna da cui proviene, cosa che contribuisce ad aumentarne l’unicità
- Calosso DOC riserva con menzione vigna: un vino strutturato, secco, evoluto e con il segno particolare in carta di identità
- Calosso DOC Passarà: un vino passito dalla grande armonia e delicatezza
- Calosso DOC Passarà con menzione vigna: il passito di Gamba di Pernice che può riportare in etichetta il nome della vigna, è un nettare che parla non di un territorio ma di poche centinaia di metri quadrati.
Alla scoperta del Calosso DOC: un viaggio nella cultura monferrina
Il Vino buono sta nella botte piccola, dicono, ma anche nel territorio piccolo e, in un piccolo territorio, ci sono solo pochi produttori in grado di produrre un vino eccezionale. Così è per il Calosso DOC!
Produttori vino Calosso
Sono solo sei le cantine che producono il Calosso DOC e, ognuna ha una storia da raccontare, che evapora dal vino prodotto. Ecco l’elenco:
- Tenuta dei Fiori
- Maurizio Domanda
- La Canova
- Fea
- Carlo Benotto
- Villa Giada
Oltre ai sei ufficiali produttori di Calosso DOC, in zona, c’è una cantina che produce un vino a base di Gamba di Pernice che, seppure non rientrante nella DOC, è una scoperta da fare: si tratta della Cantina Collina d’Oro.
La Fiera del Rapulè
Uno dei motivi per cui i vini di Calosso, non solo il Calosso DOC, sono diventati sempre più popolari e richiesti è la Fiera del Rapulè. Si tratta di una festa tradizionale, imperdibile, se ci si trova nei dintorni di Calosso il terzo fine settimana di Ottobre. La scelta del periodo è legata al fatto che, tradizionalmente, questo momento coincideva con la raccolta dei Rapulin, ovvero degli ultimi grappoli destinati alla vendemmia tardiva.
Si tratta di una vera festa, in cui, dopo le fatiche della vendemmia, il Borgo di Calosso apre i propri crutin per offrire il meglio dei vini e dalla cucina tipica del Monferrato.