Il Tartufo Bianco è uno dei prodotti piemontesi e del Monferrato più amati. Il suo valore non sta solo nelle proprietà organolettiche uniche, ma anche nella tradizione che lo avvolge e che lo rende ancora più imperdibile.
Figure come il Trifolau ed il suo fedele Tabui suonano come miti nell’epica del Monferrato e la caccia al tartufo si trasforma in una tradizione non solo da raccontare, ma anche da vivere in prima persona, grazie alle esperienze proposte da alcune tartufaie e da altre realtà monferrine.
Continua a leggere per scoprirle!
La Trifola bianca del Monferrato
Il tartufo bianco viene identificato dal nome scientifico Tuber Magnatum, ma, in Piemonte, è chiamato da tutti “Trifola” o “Trifula”.
Si tratta di un fungo ipogeo, che cresce cioè sottoterra. Questa caratteristica, insieme alla sua rarità, al suo profumo e al suo sapore unico, ha contribuito enormemente ad aumentare l’aura di mistero e tradizione che lo circonda.

La stagione del Tartufo e le fiere
La stagione del Tartufo Bianco si apre ufficialmente a settembre e si conclude a gennaio, periodo durante il quale la ricerca si fa spasmodica, la danza dei prezzi diventa tarantolata e si moltiplicano gli appuntamenti con sagre e fiere.
Le principali feste del tartufo nel Monferrato sono quella di Moncalvo e quella di Casale, ma i posti in cui trovare questa prelibatezza, che può arrivare a costare più di 4.000 euro al chilo, sono molti di più, anche se, spesso, chi trova una tartufaia di fiducia ne mantiene ben segreta l’ubicazione!
Se non capite il motivo di questo atteggiamento apparentemente scostante, è perché ancora non siete stati stregati dal pizzico di magia che una spolverata di tartufo bianco è in grado si aggiungere ad un semplice piatto di tagliolini al burro o ad un banalissimo uovo al tegamino!

Un vero e proprio tesoro che ogni trifolao, o trifolau, vuole tenersi ben stretto…
La ricerca del tartufo bianco: una tradizione antica
Una tradizione tramandata di padre in figlio, quella della ricerca del tartufo bianco, nel Monferrato.
La caccia al tartufo avviene nei mesi autunnali e invernali, solcando boschi avvolti dalla nebbia. Le notti di luna piena sono le più promettenti, meglio ancora se graziate dalla brina autunnale.
Un quadro, questo, che già di per sé appare degno di una fiaba che merita un lieto fine.
In questo racconto che si ripete ogni giorno, per mesi, anno dopo anno e attraverso le generazioni, però, ancor più importante del finale (che, verosimilmente, avviene con il ritrovamento di una o più trifule), è il viaggio stesso dell’eroe che, in quei momenti, costruisce un legame inscindibile col suo fedele cane e con una terra che chiede sacrificio per essere percorsa, ma che concede anche grandi riconoscimenti.

Trifolau o trifolaio: l’affascinante figura del tartufaio
Il trifolao, o trifulau, non è un vero e proprio mestiere: quasi sempre queste persone non vivono di tartufi, ma portano avanti con passione una tradizione di famiglia.
Per raccogliere tartufi sono necessari, comunque, una grande conoscenza del territorio e della natura dei tartufi, un forte legame col proprio cane e un tesserino di idoneità, rilasciato dopo il superamento dell’esame che autorizza alla ricerca del tartufo.
Si narra che ogni tartufaio abbia un calendario in cui vengono segnati giorni e luoghi di ritrovamento: imbattersi in uno di questi sarebbe ancor meglio che rinvenire la mappa dell’Isola del Tesoro!
Tanto più che il bottino di ogni ricerca, quello conquistato seguendo gli odori, l’istinto e scavando nei punti identificati, rimane quasi sempre un segreto tra trifolao e tabui, con una tendenza che, per tradizione, è quella del lamento: “Aiè poc”, “St’ani a va mal” E cos’ via, anche se poi, alla fine, nessuno rimane a bocca asciutta!
Taboj: i cani cerca tartufo fedeli compagni del trifulau

Taboj si pronuncia “tabui” ed è un termine che indica un cane, solitamente di taglia medio – piccola, addestrato sapientemente alla ricerca del tartufo.
Anche se non è facile trovare l’animale giusto, taboj si diventa, grazie ad un lungo percorso di addestramento che inizia al momento della nascita del cucciolo, quando il trifulau usa dell’olio aromatizzato al tartufo per abituare il cagnolino al profumo del tartufo.
Andare per tartufi: vivi in prima persona l’esperienza
Cercare il tartufo è una tradizione che può trasformarsi in un’esperienza per conoscere il territorio e la cultura del Piemonte in modo attivo.
Proprio come la vendemmia aperta o i corsi di cucina piemontese, durante i quali ci si mette in prima linea per immergersi nella tradizione, anche essere tartufai per un giorno è possibile.

Caccia al tartufo in Piemonte: dove farla con divertimento e gusto
In Piemonte, e in particolare nel Monferrato, non mancano realtà legate al mondo del tartufo bianco, che aprono le porte a turisti e appassionati per coinvolgere loro nella fantastica tradizione della caccia a questo fungo dal grande valore, economico e simbolico.
Si tratta di tartufaie didattiche, cantine o ristoranti che, nel tartufo, vedono un mezzo importante per raccontare cultura e territori: perché il tartufo è molto più di un ingrediente magico da aggiungere ai piatti.