C’erano una volta una torre, un castello e un albero bizzarro…

 

Una piacevole camminata pensata per attraversare tre comuni del Monferrato Astigiano. Importanti monumenti storici e bizzarrie della natura fanno da incantevole contorno a un’escursione adatta a tutti.

Abbiamo deciso di cominciare la nostra camminata di oggi da Viarigi, all’ombra della rinomata Torre dei Segnali. La torre è il simbolo di Viarigi ed è anche l’unica cosa che rimane di un antico castello distrutto dagli alessandrini nel 1316. È chiamata Torre dei Segnali proprio perché il suo scopo era quello di inviare, tramite fuochi o giochi di specchi, dei segnali al vicino paese Montemagno. È proprio Montemagno la prima tappa della nostra scampagnata collinare, che passerà poi accanto a Grana, per fare ritorno e chiudere l’anello.

Torre dei segnali Viarigi

La storia Torre dei Segnali di Viarigi, pronta ad avvisare Montemagno del nostro arrivo

Viarigi: come arrivare

Viarigi si trova a circa 20 chilometri a nordest da Asti e circa 30 chilometri a nordovest da Alessandria, a una manciata di minuti d’auto da Altavilla Monferrato, terra di grappe e Castagnole Monferrato, patria del vino Ruché.

Camminare in Monferrato da Viarigi a Montemagno

La Chiesa di San Silverio è un ottimo punto di riferimento per lasciare la macchina e partire per la camminata, qui ci sono diversi parcheggi gratuiti molto comodi.

Scarica la mappa

Ci dirigiamo subito verso l’uscita dal paese, scendendo prima in Via Calvi e proseguendo poi su Via Roma. Dopo qualche metro svoltiamo a sinistra in Via Dante Alighieri, in discesa fino a incrociare Via Garibaldi e svoltiamo a destra. Alla prossima biforcazione imbocchiamo la piccola stradina sulla sinistra dove, dopo pochi passi, l’asfalto scompare in favore della ghiaia bianca che ci conduce in aperta campagna.

Montemagno Asti

Il Castello di Montemagno visto dal sentiero

Il sentiero prosegue dritto fino a raggiungere un bivio dove si svolta a destra. L’incrocio è perfettamente riconoscibile per la presenza di una grande croce arrugginita conficcata nel terreno. Si prosegue sempre nella stessa direzione tenendo di nuovo la destra al bivio successivo e la sinistra al seguente, di fronte comincia a vedersi la sagoma del castello di Montemagno. Il prossimo breve tratto conduce alla SP14, attraversandola si imbocca il sentiero in salita più a sinistra, l’ultimo intervallo di strada che ci separa da Montemagno.

Il Castello di Montemagno

Il castello è la prima cosa che si vede di Montemagno dal sentiero e, una volta giunti alle sue mura, lascia immaginare da subito l’importanza che deve avere avuto nel Medioevo. La sua costruzione non è risaputa con certezza anche se le prime notizie che si hanno del castello risalgono all’anno 972.

Montemagno Asti

Il castello ripreso mentre lasciamo Montemagno

Il castello oggi gode di un ottimo stato di conservazione ed è adibito ad abitazione privata. Purtroppo per questo motivo non è normalmente visitabile se non in particolari occasioni.

Verso Montemagno, il borgo in provincia di Asti

Si entra in paese proprio ai piedi del castello e si imbocca il suggestivo camminamento sulla destra che ne costeggia le mura. Immettendosi poi in Via Calvi si incontrano sulla destra una serie di piccoli vicoli, dopo pochi passi si svolta in corrispondenza della chiesetta per giungere all’ingresso della Chiesa Parrocchiale, un edificio bellissimo che si apprezza ancora di più una volta scesa la sua grande scalinata.

Chiesa Parrocchiale montemagno

La lunga scalinata che conduce alla Chiesa Parrocchiale di Montemagno

Dando le spalle alla chiesa si prosegue verso destra, fino a passare sotto a un arco che conduce in piazza Umberto I. Da qui ci si tiene su via Roberti fino a uscire dal paese e imboccare, dopo qualche centinaio di metri, in prossimità di una piccola casetta, un sentiero sterrato sulla destra.
Si prosegue dritti e si svolta a sinistra all’incrocio successivo per scendere nella valle del torrente Grana.

Da Montemagno giù nella valle del torrente Grana

Il sentiero scorre giù nella valle a fianco del paese di Grana visibile sul colle a sinistra fino a incontrare di nuovo l’asfalto della SP38. Svoltato a destra, si torna su un sentiero che porta sulla collina tra i vigneti fino a intravedere sulla destra una cascina agriturismo.

grana monferrato

Il sentiero che fuori dalla valle ci porterà al bialbero di Casorzo

La si costeggia fino a incrociare di nuovo la SP38. Si svolta a destra e si prosegue per pochi passi fino a vedere sulla sinistra il famoso Bialbero di Casorzo.

Al Bialbero di Casorzo e ritorno a Viarigi

Il Bialbero di Casorzo è diventato la vera attrazione della zona, circondato da un recinto e qualche tavolo, è anche una bella meta per un pranzetto all’aria aperta. Come suggerisce il nome, il bialbero si presenta come due piante in un corpo solo: un gelso che ospita sulla sua sommità un ciliegio.

Pare che questa bizzarria della natura sia stata originata da un uccello maldestro che, volando sopra al gelso, vi ha lasciato cadere in cima un seme di ciliegio. A quanto pare il seme ha trovato accogliente il tronco del gelso, tanto da germogliare e far penetrare le radici nel suo tronco fino a raggiungere il terreno, trarne nutrimento e crescere sopra al suo ospite.

Bialbero Montemagno

Il Bialbero di Casorzo

A questo punto dobbiamo lasciarci il bialbero alle spalle, il nostro percorso prosegue ancora sulla SP38, che ripercorriamo a ritroso per qualche metro per poi svoltare a destra poco più in là.

Quello che comincia ora è il tratto più lungo che, attraversando i campi coltivati, ci riconduce fino a Viarigi per chiudere l’anello. Al primo incrocio si svolta a sinistra, si segue il sentiero per svoltare a destra al successivo, poi di nuovo a destra e poco dopo a sinistra.

Il percorso prosegue tranquillo, con una serie di svolte: al primo bivio a sinistra, poi a destra, di nuovo a sinistra e infine un’ultima volta a destra, per giungere al cimitero di Viarigi e chiudere il cerchio alla Chiesa di San Silverio.

Di Daniele Farina

Cremonese doc, sono stato per undici anni disegnatore elettronico, poi la voglia di fare delle mie passioni un lavoro mi ha portato a gestire una formaggeria-salumeria. Tra camembert e culatelli, forme di grana e prosciutti, nel cuore ho sempre riservato un posto per la musica, la birra e la montagna. Da quando ho incontrato Martina, un po’ di quello spazio se l’è preso il Monferrato. | Visita sito